The Croods”, in italiano “I Croods”, è un film d’animazione del 2013 diretto e scritto da Kirk De Micco e Chris Sanders e prodotto dalla DreamWorks Animation.
Il film narra le peripezie di una simpatica famiglia di Neanderthaliani, i Croods, che vivono sotto la tutela del capofamiglia Grug che ha una sola e categorica regola:
Mai uscire dalla caverna!
Ma la sicurezza della famiglia sarà minata da Hip, la figlia maggiore, la quale, costantemente spinta dalla sua curiosità uscirà di notte e farà la conoscenza di un giovane ragazzo Sapiens nomade, Guy, il quale le rivelerà che presto ci sarà la fine del mondo e che lui per sfuggirvi andrà nel Domani. Effettivamente, poco dopo, un violento terremoto distruggerà la grotta e i Croods saranno costretti ad affrontare un lungo e faticoso viaggio. Inizialmente – seguendo la paura di Grug – cercheranno un’altra casa-caverna. Successivamente, in seguito ad altri terremoti ed esplosioni vulcaniche – seguendo il coraggio di Guy – cercheranno di raggiungere il Domani.

Di seguito una storia raccontata da Guy alla famiglia Croods durante il viaggio:

G = Guy
H = Hip
Gr = Grug
T = Tonco (Fratello di Hip)

G – “C’era una volta una bellissima tigre. Viveva in una caverna con il resto della sua famiglia. Suo padre e sua madre le dicevano: “Puoi andare ovunque tu voglia, però non avvicinarti mai al precipizio.. perché potresti cadere.”
(Gr – “..e morire! Bella storia.”)
Ma un giorno, di nascosto, lei si avvicinò al precipizio, perché più si avvicinava, più cose sentiva.. Più cose vedeva.. Più emozioni provava.
Alla fine, arrivata proprio sull’orlo, vide una luce… Si sporse per toccarla… e scivolò…
(Gr- “E cadde!”)
E prese il volo…”
H – “E dove volò?”
G – “Nel Domani.”
H – “Domani?”
G – “Un posto che ha un’infinità di Soli nel cielo.
T – “Chissà quanta luce.”
Un posto non come Oggi, o Ieri.. Un posto in cui le cose sono migliori.”
Gr – “Domani non è un posto.. E’.. è.. Non lo puoi vedere!”
G – “Oh sì.. Sì, invece. Io l’ho visto.
Ed è lì che sto andando!”

A questo punto le analogie tra il film d’animazione e il “Mito della Caverna” di Platone sono veramente palesi. Ma tenterei comunque di analizzare il dialogo appena riportato, e in linea più generale il film, per rendere più esplicito il legame che intercorre tra la pellicola e il pensiero del filosofo.
La storia che racconta Guy inizia con:
“C’era una volta una bellissima tigre”. Vorrei soffermarmi sul termine “bellissima”.
Per gli antichi greci il termine “Bello” comprendeva una dimensione maggiore rispetto a come lo intendiamo noi oggi. Un uomo bello doveva possedere bei comportamenti, ovvero utili alla società. Doveva essere giusto e virtuoso e quindi essere un buon esempio per i cittadini e i giovani.
Ma per Platone il Bello in sé converge col Bene e con la Sapienza (essendo quest’ultima il bene più grande). Quindi l’uomo bello deve essere giusto, deve essere sapiente. Ma dato che per tradizione solo gli dei possiedono la sapienza (sophia) l’uomo più bello deve essere colui che più di tutti ci si avvicina; ovvero colui che la brama e la desidera, la ricerca, la ama (philein): il Filosofo (philosophos), l’amante della sapienza.
Quindi il filosofo è l’uomo più bello; è bellissimo.
In conclusione possiamo affermare che la storia di Guy parla di una tigre che è curiosa, amante della sapienza, filosofa; che è appunto bellissima.
Dunque abbiamo già la prima analogia col “Mito della Caverna” perché in entrambi i casi il protagonista è il filosofo.
Ma la storia di Guy parla invero di Hip, e infatti ella nel film ha fisicamente l’esigenza di voler esplorare il mondo. E’ costantemente infelice e sogna di vivere senza doversi nascondere dentro la caverna, la quale è anche il simbolo della paura e delle insicurezze del padre. E’ come se Grug fosse la voce del senso comune che però vive sempre nella menzogna, nel nascondimento e nella falsa opinione – tutto questo per garantire la sopravvivenza.
Ma Hip non vuole sopravvivere, vuole vivere. Non importa quale sia il prezzo perché per lei perseguire i propri sogni, perseguire la felicità, è meglio che non-vivere nella infelicità. E’ questo il significato della frase che la ragazza urla al padre:

H – “Questo non è vivere, è non morire!”

Successivamente troviamo la frase:
“Viveva in una caverna con il resto della sua famiglia. Suo padre e sua madre le dicevano: “Puoi andare ovunque tu voglia, però non avvicinarti mai al precipizio.. perché potresti cadere.”
Anche qui, come nel mito platonico, il filosofo (la tigre) vive in una caverna. Quest’ultima è chiaramente un simbolo che nel film si fa materiale, ma mantenendo il suo significato.
Per Platone la Caverna è il luogo dove gli umani vivono sempre incatenati con la testa immobilizzata verso la parete in fondo. L’unica cosa che possono vedere – quella che per loro è considerata la realtà – sono le ombre degli oggetti proiettate da un fuoco alle loro spalle, quindi null’altro che una mera illusione. Allo stesso modo sono illusorie anche la giustizia e leggi, ma sono necessarie, funzionali, alla buona riuscita della vita sociale. Non sarà mai la Giustizia in sé a dettare legge, ma la sua reminiscenza che sarà relativa al contesto storico-culturale. In questo senso le illusioni aiutano la conservazione della specie umana così come la caverna del film aiuta la famiglia Croods, e della tigre, a restare riparati e lontani dai pericoli.
I genitori che invece raccomandano di non avvicinarsi al precipizio (all’uscita della caverna) non sono altro che le persone comuni che paghe della loro opinione intimano di non perdere la “retta via”; ovvero le leggi, le istituzioni e quello che il senso comune reputa come vero, giusto e corretto. Il rischio è quello di “cadere nel precipizio”, ovvero di essere considerato strano, folle o addirittura pericoloso.
Platone continua il mito narrando che a volte capita che nasca un individuo con la capacità di liberarsi dalle catene e che spinto dalla curiosità e l’amore passionale per la sapienza, per la Verità, non desideri altro che uscire dalla caverna. Un desiderio irrazionale, come può esserlo solo l’amore, capace di fargli sfidare qualsiasi rischio e pericolo in nome di qualcosa che non può ancora conoscere appieno ma che lo attrae sempre di più come se sapesse in cuor suo che per quanto sarà doloroso ne varrà la pena. E così, da solo, diverso, contro tutto e tutti, più si avvicina all’uscita della grotta più prova attrazione e una volta fuori vedrà una luce fortissima, accecante. In primis, una volta abituato alla luce, vedrà la realtà, il mondo esterno (il mondo delle idee), e successivamente, in assoluta beatitudine, il Sole – simbolo del Bello, del Bene e della Sapienza.
Analogamente la storia di Guy continua così:
“Ma un giorno, di nascosto, lei si avvicinò al precipizio, perché più si avvicinava, più cose sentiva.. Più cose vedeva.. Più emozioni provava.
Alla fine, arrivata proprio sull’orlo, vide una luce… Si sporse per toccarla… e scivolò…
E prese il volo…”
H – “E dove volò?”
G – “Nel Domani.”
Il tema del Domani è fondamentale per il film e, a mio avviso, sintetizza perfettamente l’insegnamento platonico del “nulla è reale, nulla è quindi eternamente giusto, vero, etc; tutto è relativo e in continuo mutamento” e la storia evolutiva della specie umana – tema che approfondirò successivamente.
Il veicolatore del Domani è Guy, il ragazzo Sapiens, e mantiene in sé uno status di doppia simbologia:
– E’ Eros.
– E’ la spinta evolutiva umana.
Guy rappresenta Eros perché per Platone è lui, il dio dell’amore, a donarci il desiderio per il Bello, per il Bene e la Sapienza. E’ Eros che ci consente quindi di andare fuori dalla Caverna, fuori dall’illusione. Ed è grazie alla passione che ha per Guy che Hip deciderà una volta per tutte di uscire e non tornare più nella grotta, e sarà sempre per amore suo che deciderà di seguirlo verso il Sole, verso il Domani.
Guy è propriamente la motivazione della scelta di Hip, e dell’intera famiglia dei Croods, di andare verso il Sole. Guy è Eros, intenso esattamente come l’Eros platonico.
Ma Guy simboleggia anche la spinta evolutiva umana. Lui è un ragazzo Sapiens e con le sue idee nuove, insegnerà ai Croods – soprattutto a Grug, Neanderthal d’eccellenza che ripudia le novità per timore di morire – che il mondo è sempre in continua evoluzione e che solo attraverso le idee nuove si può davvero vivere. E’ l’ingegno, è la capacità di adattamento e non il conservatorismo a garantire agli esseri umani l’effettiva sopravvivenza storica e la capacità di vivere la vita allo scoperto, scevri dalla paura e dalla negazione del Sole.
E’ in questo senso che Guy accompagnerà i Croods e l’umanità nel Domani, ovvero in un’altra era, in un’altra e migliore epoca storica dove le idee e il progresso saranno la chiave della vita e del vivere.

In conclusione “The Croods” è un film d’animazione godibile sotto molti punti di vista. La grafica è eccellente e le animazioni sono originali e fantasiose. La trama è ben strutturata e le gag ironiche non svalutano la serietà delle tematiche proposte. I personaggi sono ben caratterizzati e molto simpatici, e le ambientazioni risultano suggestive e coinvolgenti. E’ sicuramente un ottimo film per famiglie, leggero ma non banale e assolutamente consigliato almeno come punto di partenza per riflettere su questioni invero molto importanti:
Quanto di quello che crediamo giusto lo è realmente o eternamente?
Quanto sono importanti le tradizioni e quanto siamo disposti a cambiare di quello che ci è stato insegnato in prospettiva di una qualità di vita migliore?
Quanto di quello che crediamo vero lo è realmente e quanto in realtà è un costrutto della nostra cultura e quindi sottoponibile a revisione e modificazione?
Porsi queste domande, cercare queste risposte, non è certamente un compito facile. Sta a noi decidere se restare al sicuro nella Caverna o meno.
Ma a riprova del fatto che sia un compito a portata di tutti anche il nostro Grug capisce infine l’importanza di questa ricerca. L’importanza del raggiungimento del Domani, dell’amore per la sapienza.

U = Ugga, moglie di Grug.

U – “Grug ascoltami! Dobbiamo tornare in quella caverna!”
Gr – “………… Niente più buio… Niente più nascondigli… Niente più caverne.
Qual è il senso di tutto questo?
Seguire la Luce!”